giovedì 27 maggio 2021
L'interpretazione e l'analisi dei dati (Sociologia)
La raccolta, la codifica e l'analisi dei dati (Sociologia)
La raccolta: La raccolta dei dati può avvenire nelle forme più varie, che differiscono per almeno due aspetti: in funzione della fonte d'informazione che si è deciso d'interrogare e in funzione del modo in cui si è deciso d'interrogarla. in funzione
La codifica: Di qualsiasi metodo si faccia uso, le informazioni che vengono raccolte sono normalmente troppo complesse per poter essere utilizzate allo stato grezzo, vanno codificate.
L'analisi: Essa è ciò che rende possibile l'incrocio dei dati. Pensiamo a un esempio: vogliamo sapere quanti maschi e quante femmine hanno risposto al questionario, ma anche quanti tra i sessantacinquenni erano maschi e quante femmine, fino agli ottantacinquenni. Ciò di cui abbiamo bisogno è insomma di incrociare i raccolti, per ottenere un'informazione più ricca.
La formulazione di un disegno per la ricerca (Sociologia)
Il passo successivo consisterà nell'elaborazione di un disegno della ricerca, in cui dovremo stabilire quali dovranno essere le mosse concrete per giungere effettivamente alla verifica empirica della nostra ipotesi, nonché quali saranno i costi ei tempi di ciascuna fase. Tracciare il disegno di una ricerca è un'operazione molto lunga e complessa. Si tratta di decidere e prevedere le operazioni che in seguito andranno svolte; se si sbaglia, l'intera indagine rischia di fallire. Noi ci soffermeremo solo sulle cinque operazioni più importanti, che sono tutte interconnesse tra loro perché il modo in cui si risolve ciascuno di questi singoli problemi influenza o contribuisce a determinare quello in cui si risolvono tutti gli altri.
La formulazione delle ipotesi (Sociologia)
Definire degli interrogativi non è tuttavia sufficiente ad avviare un procedimento di ricerca bene impostato. La ricerca scientifica ha lo scopo prioritario di farsi rispondere dai fatti, cioè di trovare nei le risposte alle proprie domande. I fatti, però, sono capaci di rispondere a quesiti aperti, ovvero che ammettono un numero in- finito di risposte. I fatti sanno rispondere solo sì o no e richiedono quindi la formulazione di domande che consentano unicamente risposte affermative o negative. A una domanda aperta del tipo: "Da che dipende povertà?", difficilmente i fatti Quindi programmare una ricerca empirica non è sufficiente porsi delle domande, è anche necessario immaginare quali potrebbero essere le risposte, per mirare a ottenere solo una conferma o una smentita da parte dei dati empirici. Più che domande esse sono affermazioni da verificare. I fatti empirici non sono capaci di rispondere a domande aperte, essi sono capaci confermare (verificare) o confutare (falsificare) delle affermazioni. Un'affermazione da verificare è ciò che nel linguaggio della ricerca scientifica si chiama "ipotesi": essa non è altro che una domanda riscritta in forma di asserzione. Il compito della ricerca scientifica è dunque di verificare empiricaente delle ipotesi teoriche e la prima fase del suo procedimento consiste appunto nel formulare le ipotesi da verificare.
mercoledì 26 maggio 2021
Fasi della ricerca (sociologia)
Un altro passo consiste nella raccolta dei dati, cioè nell’attuazione concreta del disegno della ricerca. Questa fase corrisponde più da vicino al momento dell'esperienza vera e propria, vale a dire a ciò in funzione di cui la ricerca sociale viene svolta; i passi precedenti e quelli successivi sono invece le procedure di controllo e di inquadramento che fanno sì e lettura dei dati venga il più possibile neutralizzato l'influsso della soggettività del ricercatore. Il quarto passo consiste nella codifica e analisi dei dati: i dati grezzi, appena raccolti, solo raramente dicono qualcosa, di solito sono aridi numeri, oppure pagine e pagine di resoconti, registrazioni audio e video, files di dati, fotografie, mappe. sono come i risultati delle partite di campionato, che ci fanno capire immediatamente chi ha vinto e chi ha perso. Essi hanno bisogno di essere analizzati, talvolta codificati in numeri, confrontati tra di loro. Solo in seguito a queste elaborazioni i dati divengono significativi. Infine, l'ultimo passo è quello dell'interpretazione dei risultati della ricerca, ossia della trasformazione dei dati raccolti e analizzati in tesi interpretative, in nuove conoscenze intorno alla realtà sociale in cui viviamo che possono essere rese pubbliche.
Elaborazione teorica e ricerca empirica (Sociologia)
sociologia ha elaborato e sviluppato dei metodi di rilevazione empirica.
sabato 22 maggio 2021
L'APPRENDIMENTO, BRUNER (pedagogia)
Con l'aiuto di una struttura sociale significativa per garantire la comunicazione e la negoziabilità dell'apprendimento, cioè la capacità di adattarsi alle diverse culture, l'apprendimento diventa possibile. Siamo ancora vittime del pregiudizio (un concetto di pensiero piuttosto ingenuo), cioè il pensiero dei bambini sarà vuoto, senza un proprio modello culturale. Bruner crede che lo sviluppo delle idee non sia solo segnato da fasi biologicamente determinate, ma anche influenzato dalla cultura sociale e dall'interazione con altri umani. Il significato deve essere nella nostra mente. Da questa acquisizione, Bruner ha definito la sua posizione su tre temi: opposizione al
venerdì 21 maggio 2021
CÉLESTIN FREINET, PEDAGOGIA MARXISTA (pedagogia)
Attraverso l'utilizzo delle sue tecniche, Freinet persegue l'obiettivo di una pedagogia capace di interessare ampiamente, e non solo rinchiusa in scuole sperimentali, capace di rinnovare la scuola agendo su più livelli: liberare le energie positive dei bambini e orientarli verso il pensiero creativo e autonomo; radicare l'educazione scolastica nell'ambiente di vita e condividerne le caratteristiche “popolari”; attivare processi di cooperazione e solidarietà per formare insieme il popolo e il cittadino di domani, non "pecore, ma uomini" sottolineando la possibilità che ogni scuola, anche la più povera e remota, possa rinnovarsi e diventare un centro di innovazione se, invece di essere un luogo in cui seguire semplicemente passivamente le lezioni, si attrezzasse come laboratorio cooperativo.
giovedì 20 maggio 2021
JAQUES MARITAIN, L'UOMO INTEGRALE (pedagogia)
Sebbene il primo abbia portato al nichilismo e allo scetticismo, se fosse stato aggiornato per la prima volta sotto forma di umanesimo olistico, cioè un umanesimo che valorizza l'umanesimo, avrebbe potuto reintrodurre se stesso come capacità effettiva di affrontare i problemi umani. A tipo di umanesimo che rispetta l'integrità delle persone, accetta cose positive nelle diverse idee delle persone e realizza un'integrazione fruttuosa. Questo è il duplice significato dell'aggettivo "intero", Maritan lo usa per limitare il suo umanesimo, la connotazione è "ideali storici specifici", può essere attraverso pars destruens (una critica al concetto di persone senza Dio) e pars costruzione (nuovo Proposta umanista) Secondo un filosofo francese, il contributo sostanziale alla costruzione del nuovo umanesimo viene dalla reinterpretazione del tomismo nel Medioevo.
Nella pedagogia Maritaiana è fondamentale la distinzione tra “individuo
GIOVANNI GENTILE, L'ETICA DELL'EDUCAZIONE (pedagogia)
Basandosi sul superamento del dualismo realtà-spirituale e sulla sua soluzione nel comportamento puro, cioè nell'attività pensante assoluta, c'è una perfetta continuità tra il suo pensiero educativo e la filosofia: l'educazione è un comportamento umano, quindi è stato appreso da qualsiasi procedura empirica.
Vale anche in pedagogia la distinzione tra le nozioni di concetto e di pseudoconcetto che nega il valore della scienza se separata dalla riflessione filosofica.
martedì 18 maggio 2021
MARIA MONTESSORI (pedagogia)
Queste nuove scuole materne sono state originariamente progettate per bambini dai 3 ai 6 anni e la loro caratteristica principale è un'organizzazione ambientale favorevole ai bambini. La disposizione degli arredi scolastici e dei materiali didattici consente di maneggiare e spostare facilmente ogni elemento. Gli oggetti non sono più nelle mani degli insegnanti, ma vengono forniti agli studenti per libera scelta. Viene abolito il banco che tiene immobile l'alunno, costringendolo a compiere lavori ed esercizi obbligati. Al suo posto sono sistemati piccoli tavolini che agevolano il bambino a "fare da sé". All'insegnante è attribuito un compito non direttivo, bensì di consiglio, aiuto, sostegno e stimolo, evitando il ricorso a premi e castighi
Attualmente sono in funzione circa 25 mila scuole che utilizzato il metodo Montessoriano.
ATTIVISMO EDOUARD CLAPAREDE (pedagogia)
Édouard Claparède nacque a Ginevra il 24 marzo 1873 da una famiglia religiosa della buona borghesia. Dopo aver frequentato il locale collegio fondato nel XVI secolo da Calvino stesso, si orienta verso gli studi di Medicina, laureandosi nel 1897, si era avvicinato alle ricerche psicologiche e aveva trascorso un breve periodo di studi a Lipsia. Nel 1901, con Flournoy diede vita alla rivista “Archives de Psychologie”, nella quale pubblicò i suoi primi scritti, e nel 1904 divenne direttore del Laboratorio di psicologia sperimentale di Ginevra. In qualità di medico-psicologo si dedicò inizialmente a varie questioni tra le quali occupò sempre più spazio l'attenzione verso i ragazzi disabili.
La validità dell'azione educativa dipende dalla preparazione psicologica degli insegnanti e dalla loro capacità di avvalersi di uno "spirito scientifico" adeguato, in grado di aiutarli a migliorare la loro professione attraverso l'osservazione e la sperimentazione di nuove pratiche educative e didattiche.
La diversità delle attitudini ei differenti ritmi di sviluppo propri di ogni studente gli aspetti ignorati dalla scuola tradizionale richiedono un'organizzazione della vita scolastica "individualizzata" (non individualistica), cioè predisposta secondo i ritmi di apprendimento e le specifiche caratteristiche personali.
Claparede esemplifica in che modo questo sia possible: egli suggerisce il superamento del modello scolastico tradizionale articolato in classi rigide formate secondo il principio dell'età anagrafica e prospetta invece la possibilità di strutturare gli apprendimenti in classi mobili, classi parallele, sezioni parallele, discipline opzionali , impiego di materiali autocorrettivi ecc.
Alla pedagogia tradizionale, verbalistica e dogmatica, Claparède oppone la pedagogia sperimentale. Nessuna ragione teorica può sostenere l'idea che le questioni pedagogiche non vadano anch'esse sottoposte ad adeguata sperimentazione.
giovedì 13 maggio 2021
LA SCUOLA ATTIVA, JOHN DEWEY (pedagogia
Dewey è il più grande educatore del XX secolo: il teorico più organico di un nuovo modello di metodo di insegnamento influenzato da varie scienze dell'educazione; lo sperimentatore più critico della nuova educazione, ne ha anche delineato i difetti e le il ruolo politico della pedagogia e dell'educazione sono considerati i cardini di una società democratica. Inoltre, le idee di insegnamento di Dewey si sono diffuse in tutto il mondo e hanno portato profondi cambiamenti, acceso dibattiti ed esperimenti e riavviato metodi di insegnamento al centro dello sviluppo culturale contemporaneo in vari paesi.
L'ANTROPOLOGIA E IL MONDO GLOBALE (antropologia)
L'antropologia si avvicina ai differenti aspetti della vita culturale e sociale delle comunità umane.
Due elementi distinguono la nostra epoca con le epoche passate: l'interconnessione planetaria dei fenomeni sociali e tecnologici, e la grande velocità con cui questi fenomeni accadono e vengono influenzati.
I modelli di consumo e di comunicazione nella società attuale non tendono a livellarsi.
Le abitudini, la sensibilità estetica e la religione sono differenti in base alla società, inoltre il livello di conoscenze, ricchezza, accesso alle risorse variano da paese a paese, da regione a regione. Lo sfruttamento degli esseri umani, nonostante la continua riaffermazione dei diritti universali da parte degli Stati democratici e delle istituzioni internazionali come l'Onu, la Fao e l'Unesco, è in aumento, non solo nei Paesi poco sviluppati o poveri ma anche nei Paesi occidentali e in quelli asiatici e sudamericani, sebbene alcuni di questi ultimi siano oggi in pieno sviluppo economico. Le nuove forme di schiavitù (dallo sfruttamento dei lavoratori immigrati alla prostituzione minorile) si accompagnano ad altri fenomeni come le violenze nei confronti delle persone civili nei Paesi in guerra, il commercio degli organi e l'impiego di bambini negli eserciti mercenari e nelle milizie private. Nel momento in cui le tecnologie hanno sviluppi rapidi e la scienza è in grado di approntare i farmaci adatti a curare malattie importanti, in molti Paesi è ancora impossibile sconfiggere la malaria o il colera, entrambi debellati in Occidente ormai un secolo fa. E le religioni, invece di essere un messaggio di fratellanza e di pace, si trasformano in armi di confronto e di scontro, ideologico e politico.
Oggi l'antropologia richiede, per studiare, l'applicazione dei principi e dei metodi elaboratori dalla disciplina stessa.
LA POLITICA: UNA COMPETIZIONE PER IL CONTROLLO DELLE RISORSE (antropologia)
L'attività politica è quell'aspetto del comportamento individuale e collettivo mediante il quale i singoli o i gruppi impiegano, secondo finalità e interessi specifici, le regole e le istituzioni presenti nella loro società per ottenere il controllo delle risorse materiali e simboliche. Lo studio antropologico del potere ha prestato attenzione al modo in cui, presso culture differenti, si crea ciò che è stato chiamato «arena politica».
L'arena politica è lo spazio ideale occupato da tutti gli elementi che determinano il confronto politico tra le parti: organizzazioni, persone, valori, significati e, naturalmente, risorse materiali, tutte cose manovrate dagli attori politici nel loro confrontarsi per il potere. Gli attori politici sono quanti si confrontano nell'arena politica: sia avere individui come gli aspiranti leader di partito, fazione, lignaggio ecc.
Gli industriali fabbricanti di armi di un Paese come gli Stati Uniti possono essere, in quanto gruppo dinteresse, un attore politico di primo piano, così come l'insieme dei latifondisti di un Paese sudamericano.
In molte società mancano apparati o istituzionipreposti a far rispettare le norme in maniera coercitiva, cioè con la forza.
Il meccanismo capace di assicurare il rispetto delle regole nelle società che venivano chiamate “primitive”.
Nell’Europa feudale i privilegi della chiesa erano mantenuti dal rispetto che i membri delle comunità rurali dovevano ai pastori di anime, cioè i sacerdoti.
Le forme di organizzazione politica di dividono in una classificazione che si fonda sulla distinzione tra sistemi politici non centralizzati da un sistema di politici centralizzati dall’altro.
All’interno dei sistemi centralizzati ci sono due diverse forme: i potentati e gli Stati.
Il controllo delle risorse (antropologia)
conomia e politica appare a tutti come una distinzione tra i propri due mondi. Di conseguenza, la maggior parte delle persone è apparsa per molto tempo perché mancava sia dell'economia reale che della vera organizzazione politica. In effetti, a queste persone mancano istituzioni come il supporto del mercato e le regole.
Collane e bracciali restavano nelle mani di chi li riceveva o dei suoi eredi anche per molti anni, ma alla fine venivano sempre nuovi scambi. Durante le visite, gli scambi “rituali” erano seguiti da scambi “profani”, durante i quali i gruppi trattavano la cessione di oggetti d'uso corrente: strumenti, armi, reti da ne sca, alimenti, animali ecc. Gli oggetti rituali e quelli d'uso corrente scambiati durante le spedizioni costituivano dunque due tipi diversi di oggetti: beni di prestigio e beni di consumo, rispettivamente. Erano delle risorse materiali, ma i primi le collane e i bracciali, erano anche delle risorse simboliche grazie alle quali era più facile acquisire i beni d'uso corrente.
Il bestiame entra a far parte della compensazione matrimoniale, quindi non si può comprare.
mercoledì 5 maggio 2021
GLI EFFETTI DEI MEDIA (SOCIOLOGIA)
Il sistema dei media riveste un ruolo importante nella società contemporanea non solo perché è onnipresente e diffuso in tutti gli altri ambiti sociali (dalla politica alla famiglia, dalla scuola all'economia, dallo sport al turismo e alla guerra), ma anche perché sua presenza produce degli effetti sulla vita delle persone che non possono essere trascurati. La prima domanda che si fecero gli osservatori quando cominciarono a rendersi conto che i media sarebbero stati una presenza significativa e influente nella società contemporanea, vale a dire all'inizio del secolo scorso, fu del tipo: quali sono gli effetti dei media? In che misura quello che viene detto alla radio o alla televisione influisce sul comportamento delle persone? In un primo momento, quando le persone ancora non si erano bene impadronite dei nuovi strumenti e del modo di usarli, sembrò che i mass media avessero un potere enorme, la capacità di manipolare il volere delle persone e di influire sui loro comportamenti (per esempio sulle scelte elettorali o sui consumi). L'uso che dei media veniva fatto nella propaganda ideologica delle dittature europee sembrava confermare questa convinzione.
Socializzazione e integrazione sociale Il principale di tali effetti consiste in un processo di omogeneizzazione dei comportamenti: proponendo a un pubblico vasto, ma socialmente e culturalmente differenziato, alcuni modelli di comportamento standardizzati, i mass media tendono a rendere omogenei gli atteggiamenti e i comportamenti di tutta la popolazione.
COMUNICAZIONE E MASS MEDIA (SOCIOLOGIA)
La comunicazione è, insomma, l'anima della società. La comunicazione è quella forma fondamentale d'interazione sociale in cui soggetti che interagiscono si scambiano dei significati.
I soggetti che hanno la volontà di comunicare, che saranno, a turno, l'emittente del messaggio e il ricevente (o destinatario). Ci dovranno poi essere un messaggio che viene trasmesso (ossia un significato da comunicare), un codice di trasmissione del messaggio fatto di segnali materiali e un particolare canale di comunicazione (le onde sonore, la scrittura, il cavo telefonico). Abbiamo così costruito uno schema formale della comunicazione, che ricalca quello, famoso, proposto dal linguista russo Roman Jakobson (1896-1982).Il linguaggio come istituzione sociale, il linguaggio (con la sola eccezione, forse, di alcuni aspetti della mimica facciale, come il sorriso) non è mai un carattere naturale dell'essere umano, come l'altezza o il peso, ma il frutto di un “patto" implicito tra tutti coloro che appartengono a una certa cultura.
Il linguaggio è una convenzione sociale. Che in italiano "burro" significhi quel particolare alimento derivato dal latte vaccino non dipende dal patrimonio genetico degli italiani, al contrario, qualcosa che abbiamo imparato nella nostra infanzia attraverso i processi di socializzazione.
In quanto convenzione sociale, il linguaggio è un tipico esempio d'istituzionalizzazione di norme sociali, cioè di quel processo attraverso cui comportamenti ripetuti e condivisi da tanti membri della società si cristallizzano in regole da rispettare.
In Italia il fatto che la sequenza di suoni “burro" serva a indicare il burro è stabilito da una norma sociale analoga a quella per cui per salutarsi ci si stringe la mano destra. Nessuno è obbligato con la forza a sottomettersi a quella norma, ma chi non lo fa è destinato a non farsi capire e accettare dalla società. Se diciamo che "il burro raglia" non veniamo presi sul serio: non abbiamo infatti rispettato le norme sociali che danno senso e utilità alle interazioni linguistiche.
Come aveva compreso Émile Durkheim, il linguaggio è una tipica istituzione sociale, e in quanto tale appare alle persone esterno e "coercitivo" ispetto alla loro volontà e ai loro desideri.
WELFARE STATE (SOCIOLOGIA)
Il welfare state si sviluppa per affrontare i problemi sociali e per la redistribuzione delle risorse economiche della società. Il proprio obiettivo era quello di attuare i diritti sociali dell'individuo, l'espressione Welafare state significa letteralmente "Stato del benessere", ma viene spesso tradotta anche con "Stato sociale" o "Stato assistenziale". Il nome Welfare State indica un tipo di Stato che si fa carico del benessere dei suoi cittadini, perseguendo l'obiettivo di garantire loro gli standard minimi di vita rispetto al reddito, all'alimentazione, alla salute, all'abitazione, economicamente,
Tradizionalmente si fa coincidere la nascita del Welfare State con la pubblicazione, nel 1942, del Rapporto Beveridge, documento finale di una commissione d'inchiesta voluta dal governo inglese e presieduta dall'economista William Henry Beveridge (1879-1963), sulla situazione economica e sociale del Paese.
Il Rapporto Beveridge trovò attuazione concretà a partire dal 1948 con la creazione di un servizio medico nazionale gratuito per tutti i cittadini e con l'adozione di altri importanti provvedimenti sociali, quali l'istituzione dell'indennità di disoccupazione, l'înnalzamento delle pensioni, il miglioramento delle condizioni dell'insegnamento pubblico, l'estensione degli interventi di edilizia popolare.
Ne derivò un considerevole aumento della spesa pubblica, finanziato in larga parte attraverso un aumento del prelievo fiscale, attuato con rigorosi criteri di progressività: in percentuale versava tasse più elevate, e quindi "finanziava" in misura maggiore i servizi offerti dal Welfare, chi guadagnava o possedeva di più. Il sistema di Welfare è nato perciò come una forma di redistribuzione delle risorse economiche prodotte dalla società, redistribuzione attuata e gestita dallo Stato, che si assume il compito di prelevare una quota di ricchezza dai cittadini più agiati per distribuirla ai più poveri sotto forma di servizi.
Andò in crisi per problemi finanziari, e problemi di disorganizzazione.