lunedì 28 dicembre 2020

Friedrich Froebel: i Giardini dell'infanzia (Pedagogia)

 La pedagogia di Froebel non riconosce nel bambino solo qualcuno da custodire e alfabetizzare ma qualcuno che anche il diritto di giocare e di apprendere attraverso il gioco in un luogo.

Froebel trascorre un periodo come assistente di
Pestalozzi e grazie a questo inizia la sua elaborazione pedagogica. Nel 1840 detta sua istituto il nome di Kindergarten per rimarcarne la profonda differenza rispetto alle altre scuole infantili del tempo.
Lo studioso tedesco rifiuta la teoria della tabula rasa sostenuta da Locke E dagli altri illuministi e mediante una metafora naturalistica parla dell’educazione come giovani piante i piccoli animali sono queste le premesse della sua proposta di educazione infantile nei termini di un giardino.
Froebel grazie alla suggestione di Schiller, che considerava il gioco un’attività umana pura, liberatrice e creativa, quindi anche Froebel la concepisce allo stesso modo, dove il bambino cresce secondo i suoi ritmi e di cogliere in maniera intuitiva. Il gioco è uno strumento per favorire l’espressione in maniera creativa in stretto rapporto con il linguaggio. Si queste basi si sviluppa l’idea dei doni, cioè di giocattoli dotati del potere simbolico di far intuire al bambino le leggi che regolano il mondo. I doni vengono presentati secondo un ordine sequenziale. La palla elastica associata alla recita di brevi poesie e da semplici canti. Il secondo dono una sfera e in un cubo di legno servono a far associare l’armonia che governa anche ciò che apparentemente. Il terzo cubo diviso in otto piccoli cubi e tavolette di spessore e lunghezze diverse, con lo scopo di manipolare gli oggetti.
Il suo progetto di educazione infantile sembrava troppo innovativo rispetto alle pratiche correnti nella Prussia di metà ottocento, ancora principalmente custodialistica e di tipo scolastico soltanto qualche anno dopo il Kindergarten conobbero migliore fortuna e a poca poco si diffusero in tutta Europa le sue esperienze concrete aprirono nuove strade all’educazione infantile da John Dewey a Maria Montessori, la generazione dei pedagogisti del primo novecento si confrontò prima di tutto con le esperienze dei giardini dell’infanzia.

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