La pedagogia di Froebel non riconosce nel bambino solo qualcuno da custodire e alfabetizzare ma qualcuno che anche il diritto di giocare e di apprendere attraverso il gioco in un luogo.
lunedì 28 dicembre 2020
Friedrich Froebel: i Giardini dell'infanzia (Pedagogia)
Ferrante Aporti e l'educazione infantile (pedagogia)
Per Aporti è molto importante la formazione precoce dei bambini piccoli in quanto molte delle difficoltà nelle classi elementari erano causate da una mancanza di preparazione pre scolastica e dalle cattive abitudini familiari. La lettura del manuale di Wilderspin gli suggerì di creare un’anticipazione della scuola elementare per i bambini tra i due e i sei anni. Il programma garantiva una buona assistenza materiale e a uno sviluppo intellettuale, morale e fisico dei piccoli alunni.
Insistette molto sulla pulizia e sulla cura personale e dell’ambientazione. La proposta di un apposita istituzione educativa per l’infanzia era fortemente innovativa ebbe una rapida fortuna sostenuta anche dall’ambiente progressista e questo tipo di scuole inizia ben presto a diffondersi. La parabola di Aporti cominciò a declinare verso l’ultima parte del secolo quando raggiunge raggiunse in Italia l’esperienza dei giardini d’infanzia creato da Froebel più attento alle esigenze psicologiche dei bambini.
ARISTIDE GABELLI E LA "LEZIONE DI COSE" (pedagogia)
Una via intermedia tra il metodo di insegnamento herbartiano e quello piuttosto empirico. Pedagogista importante esponente dell'alta burocrazia ministeriale, membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, deputato al Parlamento, estensore dei programmi per scuola elementare, Gabelli fu personalità molto in vista nella vita scolastica, si deve un piccolo ma prezioso libretto intitolato Il metodo d'insegnamento nelle scuole elementari d'Italia che aiuta a capire una quali finalità doveva rispondere e di quali metodologie doveva avvalersi della scuola elementare, ufficialmente obbligatoria, ma alla quale accedevano soltanto due bambini su tre.
Nel metodo educativo di Gabelli è presente una sensibilità pedagogica più attenta alle dinamiche infantili.
il mutuo insegnamento (pedagogia)
lettura, scrittura e calcolo.
La questione del metodo: Johann Friedrich Herbart (pedagogia)
Johann Friedrich Herbart può essere considerato il primo pedagogista nel senso moderno dell'espressione. Nato nel 1776 a Oldenburg nella Germania nord-occidentale, da una famiglia colta, Herbart rivelò talento per la musica e per la riflessione filosofica e un grande interesse per l’insegnamento.
Per cogliere il senso della posizione di Herbart occorre partire dalla risposta che egli dà sulla natura della pedagogia. Egli la concepiva come un sapere dotato di una propria specificità che fa riferimento, da un lato, alla filosofia morale per l'individuazione del fine educativo e, dall'altro, alla psicologia per le modalità attraverso cui avviene l'apprendimento. Circa il primo punto è evidente il debito con l'insegnamento kantiano: il fine dell'educazione è la moralità personale e questa consiste nella formazione del carattere e nel conseguimento della virtù. Il suo perseguimento (l'educazione per l'appunto) si svolge mediante la conoscenza e l'esercizio della volontà (conoscere il bene e perseguirlo in modo coerente). Per quanto riguarda la psicologia ancora molto filosofica, Herbart considerava la conoscenza umana come un processo che regola il flusso continuo di rappresentazioni che, di volta in volta, possono varcare o meno la soglia della coscienza (l'espressione avrà poi molta fortuna nella storia della psicologia), con maggiore o minore chiarezza e distinzione.
Il metodo Herbartiano consisteva nell’idealismo in cui la pedagogia non è che una filosofia in azione e dal semplice empirismo che concepisce la pedagogia come arte educativa basata sull’abilità personale e si propone come scienza pratica ossia impegnata a definire sia i modi per conseguirli e fini. Sul piano metodologico egli si rifà all’iniziative di Pestalozzi e alle proprie esperienze di insegnante. Herbart conta di un piano generale una cornice entro cui si collocano diversi momenti educativi governo disciplina cultura morale e istruzione e di una didattica specifica per il trasferimento delle conoscenze e dei comportamenti morali.
L’educazione deve essere sviluppata in un ambiente ben organizzato cioè il governo nel quale i fanciulli sono continuamente occupati e assistiti sul piano intellettuale e dell’esercizio fisico sono corretti quando sbagliano per fare interiorizzare l’autorità che li sovrasta. Non esiste un’educazione senza disciplina e formazione del carattere bisogna dare un ordine etico alla molteplicità delle rappresentazioni che influenzano il fanciullo e che ne possono deviare gli interessi e comportamenti questo si può evitare grazie a premi e castighi. L’istruzione educativa consiste infine nello sforzo di creare la moralità mediante l’esercizio intellettuale. L’impegno nell’apprendimento esercita la volontà e costituisce l’occasione per la formazione del senso etico personale.
Verso la società alfabeta (pedagogia)
La fiducia nell’educazione, nella scuola e nella pedagogia come sapere in grado di orientare l’educazione accompagnò tutto il XIX secolo.
Le relazioni di genere nella società postmoderna (sociologia)
L'aspetto più evidente è la crisi dei ruoli tradiz
ionali, cioè il progressivo venir meno della rigida distinzione dei compiti secondo il genere che era tipica del modello di famiglia prevalente nella Società industriale, quando uomini e donne sapevano perfettamente ciò che dovevano fare e ciò che si potevano aspettare dal coniuge (non vi era dubbio, per esempio, su chi dovesse andare al mercato a fare la spesa). Oggi il modello sta perdendo la sua rigidità e la sua forza. La maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro, l'emancipazione culturale della donna e l'accresciuta flessibilità nei comportamenti, nelle norme e nei valori sociali spingono verso una minore Rigidità nella determinazione dei ruoli in funzione del genere.domenica 27 dicembre 2020
consumi della società postmoderna (sociologia)
il consumo è divenuto una delle attività prevalenti nella vita quotidiana e ha acquisito un'importanza mai conosciuta in precedenza. Per "consumo" si intendono fondamentalmente due cose, a seconda che lo si guardi con un occhio prevalentemente economico o sociologico: l'acquisto di un bene o un servizio oppure l'uso di quel bene o di quel servizio. La società industriale ha portato con sé, oltre allo sviluppo delle fabbriche e della produzione in serie, un massiccio aumento del consumo da parte di tutti gli strati della popolazione, chiamati ad assorbire, con i loro acquisti, i prodotti realizzati da imprese desiderose di vendere sempre più diffusamente e una crescente quantità di merci. Mentre nella prima metà del XX secolo solo le classi più elevate (e quindi un numero limitato di persone) erano in grado di consumare i beni prodotti dall'industria (l'automobile, il telefono, frigorifero), dal secondo dopoguerra in poi si è verificata una progressiva estensione della capacità di consumo a strati sempre più ampi della popolazione. Il consumo è quindi - insieme alla produzione - il secondo "motore" di cui l'organizzazione capitalistica dell'economia ha bisogno per funzionare. Per poter consumare", le famiglie devono disporre di un reddito sufficiente Gli Imprenditori Investono nelle industrie e assumono lavoratori con lo scopo di fare profitti, dunque cercando di pagarli il meno possibile, nello stesso tempo, tuttavia, essi hanno bisogno che i lavoratori abbiano un reddito sufficiente per cominciare a desiderare e programmare di acquistare beni. E così nasce la pubblicità e nella seconda metà del XX secolo, quel fenomeno che siamo abituati a chiamare consumismo, vale a dire la tendenza a comprare molte più cose di quelle effettivamente necessarie accumulando oggetti, oppure scartandoli per comprarne Con il passaggio alla società postindustriale e con la terziarizzazione dell'economia, il consumismo ha iniziato a interessare una gamma sempre più ampia di prodotti, molti di natura cosiddetta "intangibile", vale a dire non materiale (vacanze, spettacoli, intrattenimento, servizi assicurativi ecc) Nel corso di questo processo anche i prodotti materiali hanno cominciato a essere ricercati più per alcune caratteristiche intangibili che non per il Loro contenuto materiale e gli usi funzionali Un caso emblematico è quelle dell'abbigliamento, presente sul mercato con una variabilità e differenziazione di offerta quasi infinita: ci sono collezioni e capi per tutti gusti e per tutte le tasche, spesso distinguibili l'uno dall'altro solo per la marca (brand firma, etichetta). La marca costituisce l'identità intangibile di questi beni ed e co di cui i consumatori vanno in cerca, poiché attraverso di essa ritenga di poter affermare la propria appartenenza a una determinata cerchia sociale.
La società postindustriale (sociologia)
Lo sviluppo della società industriale ha significato la nascita e la diffusione delle fabbriche, ciò a cui si assiste oggi è una graduale ma costante riduzione dell'incidenza che il lavoro in fabbrica ha nel panorama generale della società. In proporzione, rispetto agli operai aumentano sempre di più coloro che lavorano negli uffici, nelle attività di commercio o come liberi professionisti. Da alcuni decenni a questa parte si registra in tutti i Paesi industrializzati un continuo espandersi del settore terziario (quello dei servizi) a discapito dell'industria e dell'agricoltura, andamento che viene comunemente definito "terziarizzazione dell'economia". Il declino dell'industria Nei Paesi del mondo occidentale oggi aumenta la quantità di lavoratori che trova impiego nel terziario, dove l'innovazione tecnologica tendenzialmente non riduce il lavoro, nei Paesi occidentali la terziarizzazione dell'economia ha coinciso con il raggiungimento, per la maggior parte della popolazione, di un tenore di vita più elevato rispetto al passato.
il termine "servizi" fa riferimento a una realtà lavorativa eterogenea, con un insieme di occupazioni diversissime, che possono presentare sia un alto livello di specializzazione sia una forte dequalificazione Non a tutti la terziarizzazione ha portato maggiore benessere.
Psicologicamente è una mancanza di sicurezza. La sharing economy In parallelo con i processi appena descritti è l'utilizzo di mezzi di trasporto tradizionalmente privati, quali l'automobile o la bicicletta, in condivisione con altri cittadini quando si sottoscrivono abbonamenti di car sharing o di bike sharing. Le persone, in questo caso, decidono di rinunciare alla proprietà privata del mezzo.
Oltre la modernità (sociologia)
Il concetto di postmoderno si deve al filosofo francese Jean-François Lyotard (1924-1998).
Per Lyotard ciò che caratterizza fondamentalmente l'epoca postmoderna è la "fine delle grandi narrazioni". Nel corso della storia tutte le società sono basate su grandi interpretazioni del mondo - appunto "narrazioni" filosofiche, scientifiche, letterarie o religiose- che hanno cercato di mettere ordine nella realtà e spiegare in maniera organica e unitaria il senso delle cose. La fine delle grandi narrazioni significa che questi grandiosi racconti universali (i poemi omerici, la Bibbia, la filosofia di Karl Marx) non hanno piu presa sulle persone, che non vi cercano più la ragione di ciò che accade né vi si rivolgono per capire come agire.Il dibattito sul postmoderno
Nel dibattito sociologico contemporaneo il termine "postmoderno" ha sollevato non poche controversie: Jürgen Habermas e Anthony Giddens, che considera le trasformazioni sociali in atto non un radicale cambiamento rispetto al passato quanto, piuttosto, una sua radicalizzazione in altre parole, le tendenze contemporanee non sono correttamente rappresentate da un termine che pone l'accento sul superamento della modernità, ma al contrario, vanno indicate attraverso un'espressione che ne accentui la continuità con il passato. Egli propone quindi di parlare di "tarda modernità”.
Le caratteristiche della postmodernitàPossiamo individuare quattro caratteristiche fondamentali della postmodernità:
• la centralità del sistema di informazione e comunicazione. Lo sviluppo dell'informatica e delle altre tecnologie dell'informazione negli ultimi decenni ha fatto sì che la produzione di dati e la diffusione di informazione acquisissero crescente importanza.
• la tendenza alla globalizzazione e, simultaneamente, alla frammentazione . Si pensi alle cosiddette seconde generazioni di immigrati.Bambini e donne tra settecento e ottocento (Pedagogia)
Johann Paul Friedrich Richter (1763-1825), studiò teologia a Lipsia fino a quando dovette interrompere gli studi e fuggire dalla capitale prussiana a causa dei debiti accumulati. Negli anni successivi ha fondato e diretto la scuola elementare di Schwarzenbach e in seguito ha lavorato anche come insegnante per alcune famiglie nobili. Come scrittore e romanziere, raggiunse una grande fama, ma anche per i suoi difficili rapporti con molti dei grandi rappresentanti della letteratura tedesca del tempo come Goethe e Schiller.
Come scrittore di questioni educative, Richter si contraddistinse sia per la sensibilità e per l’empatia che mostrò nei confronti del mondo infantile, sia per la delicatezza e la delicatezza, sia per la psicologia dei bambini.
In quest’ottica il bambino non veniva solo presentato come la speranza per il mondo di domani.
Egli era convinto che la crescita avesse bisogno di condizioni favorevoli. Alla trattatistica educativa di stampo tradizionale fortemente precettistica Richter oppose alla creazione di un'atmosfera educativa concreta, fatta di situazioni plausibili, attraverso le quali l'adulto viene guidato alla scoperta non solo dell’infanzia ma anche di se stesso.
Per la prima volta nella storia della medicina e della pedagogia, Jean Marie Itard verifica empiricamente l'impossibilità di fornire a un essere umano gli insegnamenti non ricevuti al momento opportuno, i soli che consente un corretto sviluppo psicofisico. Il caso di Victor, infatti, dimostrò che, anche se non sono riscontrabili anomalie genetiche, il bambino che non dispone di stimoli adeguati e di cura amorevoli nei primi anni di vita perde per sempre la possibilità di sviluppare pienamente le proprie capacità cognitive.
L’uomo allo stato di natura non è perfetto perché senza una società è come un animale incompiuto.
L’orientamento pedagogico di Itard è quello di Richter hanno un punto in comune ciò per la costruzione della scienza.