Johann Paul Friedrich Richter (1763-1825), studiò teologia a Lipsia fino a quando dovette interrompere gli studi e fuggire dalla capitale prussiana a causa dei debiti accumulati. Negli anni successivi ha fondato e diretto la scuola elementare di Schwarzenbach e in seguito ha lavorato anche come insegnante per alcune famiglie nobili. Come scrittore e romanziere, raggiunse una grande fama, ma anche per i suoi difficili rapporti con molti dei grandi rappresentanti della letteratura tedesca del tempo come Goethe e Schiller.
Come scrittore di questioni educative, Richter si contraddistinse sia per la sensibilità e per l’empatia che mostrò nei confronti del mondo infantile, sia per la delicatezza e la delicatezza, sia per la psicologia dei bambini.
In quest’ottica il bambino non veniva solo presentato come la speranza per il mondo di domani.
Egli era convinto che la crescita avesse bisogno di condizioni favorevoli. Alla trattatistica educativa di stampo tradizionale fortemente precettistica Richter oppose alla creazione di un'atmosfera educativa concreta, fatta di situazioni plausibili, attraverso le quali l'adulto viene guidato alla scoperta non solo dell’infanzia ma anche di se stesso.
Per la prima volta nella storia della medicina e della pedagogia, Jean Marie Itard verifica empiricamente l'impossibilità di fornire a un essere umano gli insegnamenti non ricevuti al momento opportuno, i soli che consente un corretto sviluppo psicofisico. Il caso di Victor, infatti, dimostrò che, anche se non sono riscontrabili anomalie genetiche, il bambino che non dispone di stimoli adeguati e di cura amorevoli nei primi anni di vita perde per sempre la possibilità di sviluppare pienamente le proprie capacità cognitive.
L’uomo allo stato di natura non è perfetto perché senza una società è come un animale incompiuto.
L’orientamento pedagogico di Itard è quello di Richter hanno un punto in comune ciò per la costruzione della scienza.
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