lunedì 28 dicembre 2020

La questione del metodo: Johann Friedrich Herbart (pedagogia)

 

Johann Friedrich Herbart può essere considerato il primo pedagogista nel senso moderno dell'espressione. Nato nel 1776 a Oldenburg nella Germania nord-occidentale, da una famiglia colta, Herbart rivelò talento per la musica e per la riflessione filosofica e un grande interesse per l’insegnamento.

Per cogliere il senso della posizione di Herbart occorre partire dalla risposta che egli dà sulla natura della pedagogia. Egli la concepiva come un sapere dotato di una propria specificità che fa riferimento, da un lato, alla filosofia morale per l'individuazione del fine educativo e, dall'altro, alla psicologia per le modalità attraverso cui avviene l'apprendimento. Circa il primo punto è evidente il debito con l'insegnamento kantiano: il fine dell'educazione è la moralità personale e questa consiste nella formazione del carattere e nel conseguimento della virtù. Il suo perseguimento (l'educazione per l'appunto) si svolge mediante la conoscenza e l'esercizio della volontà (conoscere il bene e perseguirlo in modo coerente). Per quanto riguarda la psicologia ancora molto filosofica, Herbart considerava la conoscenza umana come un processo che regola il flusso continuo di rappresentazioni che, di volta in volta, possono varcare o meno la soglia della coscienza (l'espressione avrà poi molta fortuna nella storia della psicologia), con maggiore o minore chiarezza e distinzione.
Il metodo Herbartiano consisteva nell’idealismo in cui la pedagogia non è che una filosofia
in azione e dal semplice
empirismo che concepisce la pedagogia come arte educativa basata sull’abilità personale e si propone come scienza pratica ossia impegnata a definire sia i modi per conseguirli e fini. Sul piano metodologico egli si rifà all’iniziative di Pestalozzi e alle proprie esperienze di insegnante. Herbart conta di un piano generale una cornice entro cui si collocano diversi momenti educativi governo disciplina cultura morale e istruzione e di una didattica specifica per il trasferimento delle conoscenze e dei comportamenti morali.
L’educazione deve essere sviluppata in un ambiente ben organizzato cioè il governo nel quale i fanciulli sono continuamente occupati e assistiti sul piano intellettuale e dell’esercizio fisico sono corretti quando sbagliano per fare interiorizzare l’autorità che li sovrasta. Non esiste un’educazione senza disciplina e formazione del carattere bisogna dare un ordine etico alla molteplicità delle rappresentazioni che influenzano il fanciullo e che ne possono deviare gli interessi e comportamenti questo si può evitare grazie a premi e castighi. L’istruzione educativa
consiste infine nello sforzo di creare la moralità mediante l’esercizio intellettuale. L’impegno nell’apprendimento esercita la volontà e costituisce l’occasione per la formazione del senso etico personale.

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